
Dal 26 maggio al 1° settembre 2019, il Domaine national de Chambord propone un'eccezionale esposizione su oltre 2000 m², la più grande fino ad oggi, su un nuovo tema: Chambord nel passato e nel futuro.
Nel settembre 1519, sotto l’impulso di Francesco I, fu posta la prima pietra di quella che sarebbe diventata la costruzione più sorprendente del Rinascimento francese: il Château de Chambord. Il 2019 fu l’occasione per la tenuta di riflettere su questa architettura unica, proponendo una doppia esposizione, sia retrospettiva che prospettica, che collegava ieri e domani sotto l’egida dell’utopia e dell’architettura ideale.La
mostra, realizzata con l’eccezionale sostegno della Bibliothèque nationale de France, è curata dall’architetto Dominique Perrault e dal filosofo Roland Schaer.
L
e preoccupazioni e le speranze del Rinascimento, la personalità emblematica di Francesco I e il luogo di Leonardo da Vinci, morto ad Amboise pochi mesi prima dell’inizio della costruzione della Chambord, saranno messi in prospettiva da circa 150 opere di 34 prestigiose istituzioni tra cui la Bibliothèque nationale de France, il Louvre Museum, la Galerie des Offices, il British Museum, la Florence Library e l’Army Museum.La
presentazione di manoscritti, libri rari, libri rari, disegni, dipinti, dipinti, modelli, oggetti d’arte, tra cui tre pagine originali del Codice Atlantico di Leonardo da Vinci, numerosi strumenti di mediazione digitale e vetrine di scoperta per bambini permetterà al pubblico di entrare veramente nell’architettura del monumento e di coglierne la radicale novità
.
Mostra contemporanea: Unfinished Chambord
Questa dimensione retrospettiva, alimentata dall’opera più recente, sarà completata da una panoplia prospettica totalmente nuova per un monumento di questa importanza: la presentazione di 18 progetti provenienti dai laboratori di architettura delle principali università del mondo, che rappresentano i 5 continenti, proponendo di rilanciare l’utopia architettonica di Chambord oggi, 500 anni dopo.All
‘avanguardia dell’innovazione tecnica, questi laboratori hanno carta bianca per disegnare la loro visione di una Chambord reinventata. Tra utopia politica, sociale o ambientale: come possiamo immaginare la Chambord ideale del XXI secolo?